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#thelma_winery

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Il consorzio

Costituitosi nel 2000, il Consorzio rappresenta l’unione ideologica di otto aziende che decidono di fare sistema. Una comunione d’intenti che ha portato, oggi, alla creazione di un disciplinare, incentrato sugli obiettivi della salvaguardia degli ambienti vinicoli e la valorizzazione del territorio.

Otto aziende per una produzione complessiva di circa 50mila bottiglie. Alessandro di Camporeale, Cantina Sociale dell’Alto Belice, Azienda agricola Case Alte, Baglio di Pianetto, Feudo Disisa, Porta del Vento, Principe di Corleone e Tenuta Sallier de La Tour: sono queste le cantine del territorio che hanno aderito al Consorzio, con l’obiettivo di fare sistema, attraverso un gioco di squadra in grado di proiettarle nei mercati internazionali più esigenti e preparati.  La Doc Monreale è la denominazione più estesa della provincia di Palermo e comprende un’ampia area della Sicilia nord occidentale. Un angolo di Sicilia, dislocato nel cuore della Conca d’Oro che trae origine dell’antica e potente Diocesi di Monreale che, in epoca normanna, raggiunse il suo massimo splendore. Un territorio prettamente rurale ed agricolo dove l’amore per la vigna – insieme a quello per l’ulivo ed il grano – ha contribuito a definire la stessa identità delle sue comunità di riferimento, espressione di una cultura contadina che, nel corso dei secoli, ha visto instaurare grandi processi storici e sociali: dalla nascita dei Fasci siciliani alle lotte per la riforma agraria, fino al superamento del Feudo come unico modello di proprietà fondiaria; trasformazioni che hanno consentito la nascita di piccoli e medi coltivatori. Un tessuto produttivo di grande interesse che costituisce un patrimonio di vitale importanza per l’intero sistema economico della provincia di Palermo, specialmente in una prospettiva di valorizzazione eno-turistica del territorio della DOC di Monreale. Proprio per questo, tra i principali obiettivi posti in essere dal Consorzio – costituito tramite decreto ministeriale n. 2 del novembre del 2000 e guidato oggi da Mario Di Lorenzo – rientra sicuramente quello della salvaguardia degli ambienti viticoli e la valorizzazione del territorio. Un progetto ambizioso, le cui linee guida sono contenute all’interno del Disciplinare, in cui trovano posto i dettami e le regole che guidano la produzione, calibrate in base a moderne esigenze riguardanti la tecnologia e le nuove tendenze di consumo. Non è un caso infatti che, nel nuovo modello varato nel 2018, le varietà ammesse siano passate da 12 a 5: Catarratto e Inzolia per i vitigni a bacca bianca, Perricone e Syrah per quelli a bacca rossa. Tre varietà autoctone che racchiudono l’identità di questo territorio, a cui si aggiunge il Syrah, vitigno alloctono che, da queste parti, trova le condizioni pedoclimatiche ideali per esprimersi al meglio.

Costituitosi nel 2000, il Consorzio rappresenta l’unione ideologica di otto aziende che decidono di fare sistema. Una comunione d’intenti che ha portato, oggi, alla creazione di un disciplinare, incentrato sugli obiettivi della salvaguardia degli ambienti vinicoli e la valorizzazione del territorio.

Otto aziende per una produzione complessiva di circa 50mila bottiglie. Alessandro di Camporeale, Cantina Sociale dell’Alto Belice, Azienda agricola Case Alte, Baglio di Pianetto, Feudo Disisa, Porta del Vento, Principe di Corleone e Tenuta Sallier de La Tour: sono queste le cantine del territorio che hanno aderito al Consorzio, con l’obiettivo di fare sistema, attraverso un gioco di squadra in grado di proiettarle nei mercati internazionali più esigenti e preparati. La Doc Monreale è la denominazione più estesa della provincia di Palermo e comprende un’ampia area della Sicilia nord occidentale. Un angolo di Sicilia, dislocato nel cuore della Conca d’Oro che trae origine dell’antica e potente Diocesi di Monreale che, in epoca normanna, raggiunse il suo massimo splendore. Un territorio prettamente rurale ed agricolo dove l’amore per la vigna – insieme a quello per l’ulivo ed il grano – ha contribuito a definire la stessa identità delle sue comunità di riferimento, espressione di una cultura contadina che, nel corso dei secoli, ha visto instaurare grandi processi storici e sociali: dalla nascita dei Fasci siciliani alle lotte per la riforma agraria, fino al superamento del Feudo come unico modello di proprietà fondiaria; trasformazioni che hanno consentito la nascita di piccoli e medi coltivatori. Un tessuto produttivo di grande interesse che costituisce un patrimonio di vitale importanza per l’intero sistema economico della provincia di Palermo, specialmente in una prospettiva di valorizzazione eno-turistica del territorio della DOC di Monreale. Proprio per questo, tra i principali obiettivi posti in essere dal Consorzio – costituito tramite decreto ministeriale n. 2 del novembre del 2000 e guidato oggi da Mario Di Lorenzo – rientra sicuramente quello della salvaguardia degli ambienti viticoli e la valorizzazione del territorio. Un progetto ambizioso, le cui linee guida sono contenute all’interno del Disciplinare, in cui trovano posto i dettami e le regole che guidano la produzione, calibrate in base a moderne esigenze riguardanti la tecnologia e le nuove tendenze di consumo. Non è un caso infatti che, nel nuovo modello varato nel 2018, le varietà ammesse siano passate da 12 a 5: Catarratto e Inzolia per i vitigni a bacca bianca, Perricone e Syrah per quelli a bacca rossa. Tre varietà autoctone che racchiudono l’identità di questo territorio, a cui si aggiunge il Syrah, vitigno alloctono che, da queste parti, trova le condizioni pedoclimatiche ideali per esprimersi al meglio.